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Cronaca - Riflessioni
A DON ENZO BOSCHETTI

E’ iniziato il processo di Beatificazione di Don Enzo Boschetti, fondatore della comunità “Casa del Giovane” di Pavia.
Molti ragazzi che hanno avuto la fortuna di incrociargli il passo, mi raccontano storie che paiono leggende.  Rimango colpito da ciò che sento, e non tanto per la narrazione avventurosa, ma per il rispetto e l’ammirazione che traspare nei loro occhi al solo nominarlo.
A volte si ricorda una persona e si passa oltre...Non c’è tempo per rimanere in ascolto, non c’è tempo neppure per piangere.
Eppure in questa cittadella creata da lui e aperta alla città, i ragazzi lo rammentano come colui che li ha scossi e temprati, lo ricordano con fierezza e tenerezza...Senza volgere le spalle troppo in fretta. Gli occhi rimangono lucidi con le parole che accompagnano alla fiducia e alla speranza.
E’ un’eredità di valori e di energie che non langue, che non si disperde, ma chiede all’opera lasciata di essere spesa, di essere moltiplicata in nome di Dio, e della sofferenza che continua a circondare e aggredire questa nostra società.
Io non ho conosciuto don Enzo, ma molto sento parlare di lui e molto leggo nei suoi libri, percepisco dalle traiettorie dei suoi discorsi quanto ha inteso dire e formare nei ragazzi, la sua è poesia fatta di linee e accenti in cui scorgere la preghiera che incoraggia ognuno di noi a considerare la sofferenza e la felicità esperienze importanti e preziose, perché ci permettono di vedere noi stessi, di conoscere i nostri anfratti, le nostre anse, le somme della vita che non vorremmo mai contare.
Nella storia di don Enzo c’è tutto il nostro stupore per quella fratellanza umana che ci rende simili, nella corporeità dolente, ma tutti complementari per la nostra rinascita.
Si educa con l’amore e con la fiducia, soleva dire per poi costruire; ciò lo intendo come il recupero o, meglio, la scoperta meravigliosa di una dimensione di vita capace di creare le premesse per ritrovare un senso.
Oggi, seguendo la scia del suo erede e successore don Franco Tassone, mi convinco che nel suo testamento c’è nitida la via maestra da seguire, per riuscire  a fare leva sulle nostre energie interiori e non perdere questa occasione  per reinventarci.
Infatti quando intorno cresce amore vero e reciprocità, è raro soccombere alle intemperie, in questa palestra di vita, ci sono segni e orme a cui aggrapparci, per agire bene sul presente, perchè il passato è alle spalle e va utilizzato-rielaborato per il benessere attuale.

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2006/3

Un futuro chiamato Tommaso

Rileggendo il libro di uno dei miei autori preferiti, tra le sue parole tutte a dritta, ho avvistato una poesia a me dedicata.
Ho ripercorso quel sentiero con gli occhi del poeta, ne ho urtato le insidie, ne ho carpito i segreti, snervati dalla mia ottusa presunzione.
“Solo andata” ha intitolato l’amico Erri, solo andata per gli inferociti dai capelli imbiancati, mai addomesticati, né più attuali, perché estinti dalle colpe dico io.
In quelle righe, fotogrammi impolverati dai secoli trapassati, nei vicoli ciechi scelti e nelle solitudini cadute giù a grappolo, come i vincoli, quelli bastardi destinati al macero.
Riconoscere i suoni della strada, nei rumori degli sguardi, lo sferragliare dei pugni e degli spari, righe sgangherate di ogni storia di allora, segni diritti senza inverso, privi di rese d’accatto.
Rileggere quelle parole, e sentire nel profondo il rigetto per il rapimento del piccolo Tommaso, strappato di brutto al cuore, per essere ghermito come una clava.
Di fronte a accadimenti così denudati di ogni dignità, ci si ritrova con le spalle al muro, senza alcuna giustificazione plausibile, neppure quella dell’indifferenza, o dell’omertà scambiata per solidarietà, non c’è più neanche sipario da calare per evitare l’oppressione dell’offesa.
Non c’è più sceneggiatura né romanzo scaltro che contenga lo scempio per azioni così morte di fierezza, non c’è rapinatore né assassino da fiera da esibire per tentare di allontanare le miserie incoffessabili che possono indurre qualcuno a fare male a un bambino.
Chi ha un’alta considerazione di se stesso, è poco influenzato dai giudizi altrui, ma nelle righe di quel libro, c’è intero il sussulto e il diniego per questo strappo alla ragione, per quel bimbo trascinato via, che non ha scelto di seguire i cattivi, è stato costretto a farlo, senza neppure essere consapevole della vita a un palmo dal baratro.
Rileggo ancora i versi, e mi accorgo che in Tommaso c’è l’urlo e la preghiera per un rilascio che non consente dilazioni.
Proprio in Tommaso che ritorna alla sua casa, c’è un nuovo futuro ove migliorarsi e tentare di cambiare ciò che è estremamente sbagliato, perché contronatura, persino per gli inferociti di un tempo, e certamente Tommaso, un giorno potrà senz’altro dire, mi avete fatto inferocire, ma io, sono rimasto un uomo.

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2006/3

21 uno di quei giorni

E’ uno di quei giorni….   

E’ uno di quei giorni in cui la storia personale di ognuno pesa inequivocabilmente sulle responsabilità individuali di ciascuno. 

Uno di quei giorni in cui il dolore è così feroce da annebbiare le menti più preparate ai tanti accidenti: in cui l’emotività stravince con un secco tre a zero sulla razionalità. 

E’ stato ucciso un servitore dello Stato, un uomo posto a difesa della collettività, è stato colpito alle spalle, nella frazione di uno sparo, da un altro uomo, anch’egli morto, che non ha rispettato  quel patto di lealtà stipulato con tutta la società; un uomo detenuto a cui era stata concessa una seconda possibilità, ritornare a essere un uomo nuovo, attraverso la dignità del lavoro e degli affetti recuperati, e che invece ha preferito la follia lucida del premere il grilletto della pistola per ottenere un’impunità davvero impossibile. 

Questo è un giorno in cui occorre avere il coraggio di uscire dalle ultime file, quelle comode, perché ben protette dall’anonimato e dal silenzio protratto, occorre farla finita con le veline dialettiche della galera, c’è necessità persino dentro una prigione di un nuovo modo di intendere la vita e quindi interpretare il futuro, al di là degli interessi di parte e delle omertà che ne incentivano le teatralità. 

Carceri sovraffollate, strumenti di rieducazione-risocializzazione assenti o nell’impossibilità di essere messi in campo, leggi e norme che esistono, ma non possono essere correttamente applicate per mancanza di investimenti appropriati, anomalie istituzionali, che si sommano alle lacerazioni delle tragedie, e non sono sufficienti a giustificare l’irreparabile. 

Né sono sufficienti  a mascherare l’inaccettabilità dell’indifferenza, quando una scelta di cambiamento è stata fatta attraverso un riesame del passato e un mutamento interiore che portano a una nuova condotta sociale. Non sono sufficienti, perché l’uomo nuovo non può cavarsela con un’alzata di spalle o con un “ io non c’entro “. 

Oggi ciascuno di noi deve sentire sulla propria pelle l’urlo per la richiesta di Giustizia  da parte delle vittime del reato, per sentire nel profondo l’esigenza di tutelare giorno dopo giorno il proprio tentativo di riparare al male fatto. 

Questo è un giorno in cui per ogni uomo detenuto le parole debbono impegnare i pensieri, e di conseguenza gli atteggiamenti quotidiani, affinché quei valori ritrovati e riconquistati a fatica con l’aiuto degli altri, non perdano significato fino a rimanere parole vuote.

                                                                                                            Vincenzo Andraous 

 nella foto:  il carabiniere ucciso nella sparatoria a Ferrara (Ansa)

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2006/2

Concorso presepi a Pozzo

 

 

 

 

 

 

 

Anche quest’anno ha riscosso un notevole successo il concorso  presepi promosso dall’associazione Noi di Pozzo. Questi i partecipanti: Andrea Burato, Luca Bissoli, Sara e Deborah Salvano, Sebastiano e Sofia Croce, Davide, Alessandra e Filippo Brina, Sara Passarini, Elisa Dardi, Jacopo Croce, Andrea Fiandaca, Leonardo Ballini, Alberto Pomari, Andrea e Davide Verone, Sergio e Eleonora Leso, Guido Raccagni.

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2006/2

GAS, e perdite varie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Siamo tutti abituati ad entrare in casa,trovarla calda ed accogliente,accendere la luce, e vivere la nostravita normalmente. Tutto questo lo diamoper scontato. Oggi sembra che questo nonsia più possibile, per lo meno si tratta diuna situazione a rischio. Le temperature inRussia sono bassissime e il freddo da noi èquanto mai pungente (questa mattina, 25gennaio, S. Paolo dei segni, fatevi spiegaredagli anziani cosa significa, il termometro,ho visto installato presso una serra,in aperta campagna che segnava – 9, mentrei fossi ai lati delle strade sono costantementeghiacciati). A causa di questo tendiamoa tener ben caldi i termosifoni, masembra che le forniture di Gas in questi gelidigiorni d’inverno non siano sufficienti.Il governo ha varato un decreto per affrontarela situazione: meno riscaldamentoe aumento delle bollette. Si speracosì in un risparmio di gas fino a 45 milionidi metri cubi al giorno. Abbiamo sentitoparlare di “stoccaggio strategico” del Gas,può darsi che arriviamo ad un razionamento.Nel frattempo si parla di perditevarie negli impianti e di altre “perdite”, finoad oggi tollerate, ma che in questa situazionetornano in evidenza.Perdite insomma alle quali ci abituiamo edi cui tal volta siamo complici: perdite negliacquedotti, che emergono nei periodicaldi, perdite nei mercati, perdita del poteredi acquisto dell’euro, “perdite” di rifiutilungo le strade… Io tengo sotto controlloil riscaldamento, sto attento ai rifiuti,cerco di amministrare i soldi con parsimonia,ma non so se questo possa bastare.In questa emergenza mi sono chiesto: c’èqualche “perdita” che dipende da me ealla quale devo prestare più attenzione?Ho provato a guardare la mia giornata emi sono chiesto se non ci siano delle “perditedi tempo”.Quando ero piccolo andavo spesso daimiei nonni che abitavano in una corte dicampagna, oggi abbandonata. Dal murodi una casa una vecchia meridiana scoloritalanciava il suo ammonimento: “tempusirrepabile fugit”. Crescendo ho capitoche il tempo scappa via con un ritmoche non si può frenare. Questo ricordo miha mosso nella ricerca di altri detti sul tempoe ne ho trovati molti di significativi:Il Tempo è visto talvolta come qualcosa diinesorabile:+ “I minuti sono lunghi, e gli anni sonobrevi” (proverbio)+ “Il tempo è una porta attraverso la qualeil futuro precipita nel passato” (Leonardoda Vinci)+ “è più tardi di quello che tu credi”, dicevanole antiche meridianeIl tempo però è sempre un grande dono,come diceva quel grande personaggioche è Benjamin Franklin+ “il tempo è la stoffa di cui è fatta la nostravita”+ “se ami la vita, non disperdere gli istantidi cui è fatta”Non so se riusciremo ad eliminare tanteperdite ma mi sembra che quello ci diconoi saggi sia quanto mai utile+ “Il perder tempo a chi più sa più spiace”(Dante Alighieri)+ “chi risparmia i minuti, guadagna leore” (proverbio)e, soprattutto:+ “Mentre abbiamo tempo, facciamo ilbene” (S. Paolo). Non riusciremo forse ariscaldare le nostre case, ma sicuramentescalderemo i nostri cuori e questo mi sembraun risultato importante… in attesadella primavera.

 

 

 

 

 

 

 

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2006/2

A quale notizia dar ascolto?

Oggi, 24 novembre, ho aperto la posta elettronica e poi ho dato un’occhiata alla prima pagina di Virgilio. Subito mi ha colpito questa intestazione:  le parole più cercate oggi in Virgilio: Maglie calcio – Alena Seredova – Praga – DVD.

Avevo visto qualche telegiornale e, mi sembrava che le notizie più importanti fossero altre.

Se poi cerco le news dello stesso Virgilio trovo delle notizie che avrebbero dovuto destare un maggior interesse, ad esempio: Una nota casa alimentare al centro delle proteste - IRAQ, attentato in ospedale: 30 morti e 35 feriti. Mi chiedo se non si rischia di correre dietro a delle banalità, mentre perdiamo le notizie più importanti. Il Vangelo di San Luca riporta una notizia straordinaria, portata addirittura da un angelo a dei pastori di Betlemme: “Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”    Duemila anni fa quasi contemporaneamente venivano annunciate due notizie: 

·       a Roma regnava l`imperatore Ottaviano Augusto ed era l`inizio di un`era nuova 

·       a Betlemme, un luogo assolutamente insignificante della provincia più sperduta e fastidiosa del mondo che contava, nasceva il bambino Gesù. 

   Le TV, la stampa, i corrispondenti, gli storici, i commercianti, gli uomini d`affari, gli ambasciatori erano tutti concentrati a Roma. Quello era il centro del mondo, lì si decidevano le sorti di tutti. A Betlemme invece c`erano due giovani sposi, in cerca di un alloggio, una casa, una stanza e hanno trovato una mangiatoia. 

Gli unici testimoni dell’evento furono dei poveri pastori, gente senza fissa dimora. Per i rabbini, i preti del tempio erano persone impure, escluse dalla vita religiosa ufficiale. Sono però solo questi che sanno scoprire in un fatto della vita quotidiana, come la nascita di un bambino, la salvezza. Non era questo il mondo che contava. 

Il mattino dopo sul giornale, alla TV, tutti hanno parlato di Ottaviano Augusto. Oggi più nessuno lo ricorda, interessa solo gli archeologi o gli storici. Non decide più la vita di nessuno e non fa più paura a nessuno con i suoi eserciti, le sue tasse, le sue guerre. Invece noi, come quei pastori possiamo ancora commuoverci davanti a quell`insignificante bambino e come loro possiamo andare, vedere, conoscere... "andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e  Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia". 

Come sempre le notizie più importanti bisogna cercarle. Eppure sono queste che possono dare sapore alla nostra vita, perché come i pastori in quella notte, anche  noi in questo Natale 2005 possiamo scoprire la notizia più importante che riempie di gloria i cieli e dona pace agli uomini che Dio ama: oggi è nato il Salvatore, che è Cristo Signore.  

Questa è la notizia che mi interessa!  

 

                               Buon Natale don Osvaldo

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/12

Facciamo finta

Facciamo finta che questo sia un paese normale dove, fra le altre cose normali, la gente lavora, studia, pensa e paga le tasse e dove gli eletti dal popolo, quando finisce il loro mandato, siano ancora seduti sulla stessa sedia di quando quel mandato era cominciato. Facciamo anche finta che i sindaci, una volta scelti gli assessori, se li tengano fino alla fine e non li cambino ad ogni stormir di fronda. Sempre per finta, mettiamo pure che i lavori vengano fatti bene e che, ad esempio quando piove, l’acqua vada dove deve andare oppure che sui marciapiedi si possa andare anche con le carrozzine. Fatto questo esercizio mentale, posso provare a rispondere alle tante domande che mi sono state rivolte a proposito dei progetti sui terreni ex cartiera e ricamificio sui quali, dicono, non ho mai scritto niente. Rimedio subito e senza tanti giri di parole. Non me ne importa niente del totale dei metri cubi da costruire come non me ne importa niente di quanti soldi guadagnano i proprietari dei terreni. Quello che m’importa è che gli edifici che verranno consegnati al  Comune siano delle opere fatte come si deve e che la zona diventi piacevole sia per chi andrà a viverci e sia per chi passerà da quelle parti. Non occorre molta fantasia, basta girare un po’ per l’Europa per vedere come sono stati realizzati certi quartieri-modello. C’è solo da copiare.

Bisogna comunque sempre far finta che questo sia un paese normale dove le decisioni vengono prese dagli amministratori e non dai tribunali.

Augh!

                                                                                                           Lupo Bianco          

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/11

Quando un adolescente vittima e carnefice

"Sparami, ho ucciso i miei genitori, ho fatto una cosa orribile, sono una feccia”. Queste le parole che un adolescente ha gridato al poliziotto che stava cercando di dissuaderlo dal suicidio. 20 giorni dopo il delitto, viene arrestato un sedicenne. Portato nel carcere minorile un sedicenne, accusato di aver assassinato un tabaccaio di 72 anni, durante una rapina che ha fruttato  200 euro -. Abbiamo letto con sgomento la storia di Federico, 15 anni, che con in mano una pistola è rimasto per un paio d`ore sul cornicione del suo balcone, al sesto piano, non si sa se voleva spararsi, sparare ancora o forse buttarsi. Nell‚appartamento della sua  famiglia c`erano i corpi di mamma e papà: li aveva uccisi lui. Lui che ha solo quindici anni. Che ha due fratelli di sei e dodici: erano ancora a scuola e forse sono salvi soltanto per questo. Oggi, 21 ottobre, ho sentito che Federico è in carcere e non sta mangiando da tre giorni. Di fronte a fatti come questi ci sentiamo tutti spiazzati. L’adolescenza è un tempo della vita molto delicato e quindi estremamente importante. È l`età in cui una ragazza diventa donna ed un ragazzo matura come uomo. I cambiamenti a livello psichico e fisico sono molti ed estremamente significativi. È un tempo in cui i ragazzi fanno fatica a capire se stessi ed il mondo che li circonda, a partire dall`ambito della propria famiglia. A volte subentrano delle paure che a noi adulti possono sembrare irragionevoli, ma che per loro sono estremamente concrete. È anche il tempo dei gradi entusiasmi e dei primi amori. «Mi capita spesso di non capire ciò che succede in me. Mi sento sconcertata in questo mondo nuovo che mi si apre dinanzi e che non riesco a comprendere. Arrossisco per un nonnulla, piango con facilità. Spesso mi sento nervosa senza che ci sia motivo. Allora tutto mi dà fastidio, e mando tutti a quel paese. Mi capita anche di non sapere che cosa voglio». Giulia «A scuola piovono le punizioni. Non posso fare a meno di dimenarmi, di chiacchierare. Sono distratto, agitato, sempre in movimento. E poi mi annoio durante la scuola. A casa rispondo con insolenza. E so di dare dispiacere, e questo mi irrita ancora di più, perché anch`io ci soffro. Una situazione più stupida di così non so se ci sia! E poi... ci sono le ragazze... Sono terribilmente cambiato». Claudio. I ragazzi stanno costruendo la propria identità, cioè la persona vogliono essere da adulti. Per farlo hanno bisogno di modelli credibili, di persone coerenti, di gente ancorata a ciò che vale veramente, altrimenti restano abbagliati da mille altre proposte, da quelle più stupide a quelle più sbagliate. Non è facile per un adulto comprendere e quindi seguire questi ragazzi. I genitori si trovano generalmente in difficoltà con i propri figli. Troppo spesso si punta il dito contro le famiglie, ma questo è sicuramente sbagliato. Ci sono però degli interrogativi che dovrebbero toccarci profondamente: che tipo di società stiamo preparando per i nostri ragazzi, quali valori stiamo comunicando, quali sono le priorità della nostra vita da adulti? Quale futuro stanno costruendo  i nostri figli? Saremmo contenti se vivessero la loro vita come noi stiamo vivendo la nostra?

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/11

Taioli e la rivoluzione di agosto

E’ accaduto tutto di agosto. Quando la gente è in ferie ed anche la politica, in questo mese, solitamente chiude i battenti. Ma il sindaco Remo Taioli ha scelto proprio questo periodo per operare una rivoluzione di cui in pochi si sono resi conto. Il 9 di agosto, tanto per cominciare, è stata notificata all’assessore Marco Ballini la revoca della delega alle attività produttive. E siccome la sua lista civica, il Gruppo Proposta, non ha consiglieri, e gli assessori per legge sono esterni, il movimento presieduto da Roberto Bianchini è fuori a tutti gli effetti dall’attuale amministrazione. Taioli, nel corso del primo consiglio comunale dopo il periodo estivo, ha ringraziato pubblicamente Ballini per l’operato svolto, spiegando che la revoca è arrivata per motivi politici . Il suo posto è stato offerto ai DS ma questi, con grande onestà intellettuale assai rara di questi tempi, hanno rifiutato la sedia lasciata libera confermando che d’ora in avanti voteranno a seconda degli argomenti, ma di farsi coinvolgere direttamente non se ne parla nemmeno. Resta quindi, in Giunta, un posto libero. La delega al Commercio, in attesa di trovare un sostituto, è stata offerta all’assessore Barbara Sandrini. La telefonata ha raggiunto l’attuale assessore allo sport, esponente del Lupetto, mentre era in vacanza nelle splendide isole di Capoverde, ma la risposta è stata negativa. E così, almeno per il momento, l’assessorato al Commercio lo gestisce direttamente Taioli. La stampa ha parlato molto, anche nei mesi precedenti, di questo divorzio più o meno annunciato col Gruppo Proposta, già in rotta da qualche tempo, ma ha dedicato pochissime righe alle altre scelte operate contemporaneamente dal primo cittadino e riguardanti sempre la composizione della giunta. Cominciamo dall’assessore Umberto Cingottini, ormai rappresentante solo dello Sdi dopo che i DS hanno tolto l’appoggio all’amministrazione. Ricopriva l’incarico di assessore ai Lavori Pubblici, ovvero un incarico chiave in  qualsiasi amministrazione. La delega gli è stata tolta per affidarla ad Aldo Marcolongo ( La Margherita) che si occuperà anche di servizi pubblici, settore che tre anni fa era stato affidato ad Ezio Zenatti. Ma non è tutto. Un altro assessorato importante, pur se non appariscente, come il Bilancio, è stato tolto alla Sandrini in cambio dei servizi demografici. Il vicesindaco Ivo Bellamoli, infine, non ha più il Personale ma in compenso ha ereditato da Marcolongo la Pubblica Istruzione. Il sindaco ha giustificato il rimpasto spiegando che ha tenuto conto della disponibilità di tempo e della omogeneità degli argomenti, ma non vi è dubbio che per qualcuno si è tratto in parte di una mezza bocciatura ed in parte di una scelta politica. Morale della favola il superassessore, quello per intenderci col portafoglio, è diventato Marcolongo. Gli altri hanno smoccolato, hanno spiegato che la verifica non era finita, qualcuno ha minacciato di andarsene ma alla fine hanno sottoscritto i nuovi incarichi e, al momento di andare in stampa, non abbiamo notizie che Tizio o Caio abbiano mollato la carega. Tanto per essere chiari. Tutto a posto, dunque, nell’Amministrazione? Niente affatto, poiché la cacciata dell’assessore Ballini ed il rimpasto hanno acuito, e non sanato, le diatribe tra la cosiddetta gamba destra, ormai costituita solo da Udc e Lupetto, ed il resto della coalizione rappresenta di fatto ormai solo da Margherita-Comune Accordo, visto che le rimanenti forze del centrosinistra hanno preso le distanze da questa Giunta. Sviluppi futuri ? Difficile dirlo, ma i più fidati consiglieri di Taioli gli hanno suggerito, a questo punto, di completare l’operazione e mandare a casa anche Bellamoli e la Sandrini, così per il prossimo anno e mezzo che resta potrà governare una sorta di monocolore democristiano , non sappiamo se della miglior o peggiore specie. Per Taioli, che ci sta seriamente pensando, è forse l’unica carta per presentarsi alle prossime amministrative del 2007 chiedendo di nuovo il voto con qualche possibilità di successo.

 

 

 

 

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/11

La fabbrica delle chiacchiere

Il 20, 21 e 22 maggio 2005 Gianni Franceschini, attore-pittore-poeta lupatotino, ha inaugurato il suo Teatro dell’Angelo. Una bella soddisfazione per Lupatoto, direte voi. E invece no, perché il teatro di Gianni è nato a Vallese di Oppeano e non a S. Giovanni. Perché? Perché al Vallese c’era posto e qui invece no. Sentite cosa scriveva il mensile “Veronateatro” nel numero di Giugno 2005: “Il teatro è stato ricavato da un capannone industriale. Senza sostegni economici da parte di nessuno, i soci si sono rimboccati le maniche e, come in una di quelle belle commedie musicali di una volta, hanno impugnato cassetta degli attrezzi e pennelli, trasformando lo spazio ed il colore.
Un frugale grigio capannone è stato plasmato in un bellissimo teatro con una sua poesia, unica e meravigliosa.” “Sentivamo il bisogno di un luogo in cui le idee e le persone potessero trovare casa”, spiega Franceschini.
Più avanti l’articolo prosegue: “Numerosi artisti veronesi ospiti ed amici hanno voluto portare il loro personale contributo all’evento. Davvero lunga ed improponibile qui la lista degli artisti, tutti trasversalmente riuniti al battesimo di questa nuova nostra creatura”. Numerosi anche gli artisti lupatotini che hanno partecipato all’evento, aggiungiamo noi.
Altro capitolo: “L’Arena” del 17 Settembre 2005, a pag. 23, pubblicava un servizio dal titolo: Nasce la fabbrica delle idee”.
I Lupatotini avranno subito pensato che finalmente veniva attuato il progetto di cui si parla da una decina d’anni. E invece no, perché questa “fabbrica delle idee” nasce a Santa Maria di Zevio e non a S. Giovanni. D’accordo, questa è un’iniziativa commerciale, ma sentite come ne parla il quotidiano veronese: “Hanno trasformato un ambiente di lavoro in una specie di laboratorio artistico”. E una delle responsabili dice: “E’ anche una realtà che si occupa di promozione culturale no-profit, accogliendo e sostenendo progetti espositivi e incontri culturali”.E ancora: “Attraverso workshop, corsi, seminari, sempre in contatto con gli organismi universitari, daremo la possibilità a chi vuole, di formarsi un’esperienza teorica e pratica basata sullo sviluppo della creatività in continua evoluzione”.
Capito? Al Vallese e a Santa Maria si fa. A Lupatoto, invece, si parla. Si parla in continuazione, anche per notti intere. E di cosa si parla?
Ma di metri cubi da costruire, naturalmente.
Altro che fabbrica delle idee! Qui è stata inaugurata da tempo un’immensa fabbrica di chiacchiere, e senza la presenza di artisti.
 
 
Augh! Lupo Bianco

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/10

MEGLIO DI COSI?

Finite le ferie, torniamo leggeri al villaggio, pronti ad affrontare una nuova stagione d’impegno e di lavoro. Pur di darla storta al Presidente del Consiglio che continua a ripetere quanto siamo ricchi, molti di noi hanno accorciato le vacanze e cercato di risparmiare qualcosa per l’inverno. Che razza di popolo ingrato!

Nel nostro villaggio, invece, tutto va benone. L’Assessore all’Ecologia ha affrontato con eroismo un pericoloso viaggio in Guatemala, su e giù da aerei malsicuri e poi ore e ore a bordo di vecchi pulmini su strade polverose e sull’orlo di orridi precipizi. Meno male che tutto è andato bene e il nostro eroe è tornato a casa sano e salvo. La spesa a carico del Comune è stata di soli 2500 euro, più o meno come 20 giorni a Sottomarina.

Altra buona notizia viene dalla Camera di Commercio di Verona dove il presidente lupatotino ha trovato finalmente il coraggio di aumentarsi lo stipendio. Ai perfidi giornalisti che gliene chiedevano ragione, ha risposto augurando a tutti buone vacanze. Appunto.

Tutto questo mentre indefessi consiglieri comunali collezionavano manate di gettoni di presenza per votare mille e rotti emendamenti a tutela dell’ostruzionismo dell’opposizione.

Meglio di così non può andare. E non fate quelle facce! Suvvia, un sorriso.

Augh!

 

 

 

                                                                                   Lupo Bianco  

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/9

TIBET: un mese sul tetto del mondo

4 maggio 2005 - 2 giugno 2005: due date che non riuscirò mai più a dimenticare. Sono le date del mio viaggio avventura in Tibet, viaggio splendido ed affascinante superiore ad ogni mia più entusiastica aspettativa. Decolliamo da Milano Malpensa con un volo Qatar Airways e dopo uno scalo a Doha negli Emirati Arabi Uniti, atterriamo a Katmandu, capitale del Nepal. Visitiamo velocemente questa città ricca di templi, di caratteristici sobborghi, dal traffico caotico ed allucinante e finalmente dopo due giorni la lasciamo per intraprendere la parte del viaggio che più ci sta a cuore: l`arrivo in Tibet a Lhasa, la città santa, la residenza del Dalai Lama, ora purtroppo esule in India dal lontano 1959 per sfuggire alla cattura da parte delle trappe cinesi dopo l`invasione che hanno perpetrato durante l`anno 1951. Con un volo della China South West sorvoliamo la catena dell`Himalaya, una visione magica, l`aereo costeggia quasi a rispettosa distanza per non disturbare i colossi dormienti, una buona parte degli ottomila esistenti al mondo, li sfiora, li accarezza e ce li mostra in tutto il suo splendore attraverso una cortina di nubi: una visione stupenda e mozzafiato. Atterriamo finalmente in Tibet una veloce corsa in pulmino, l`aeroporto dista infatti 100km da Lhasa finalmente arriviamo nella capitale. Ci immergiamo subito nella sua magica atmosfera fatta di misticismo, religiosità, amabilità, tutto contribuisce a rendere l`atmosfera semplicemente unica ed irripetibile. Visitiamo il palazzo del Potala con tutti i suoi piani e le sue infinite stanze, quì regna un`aria triste e malinconica, tutto vuoto ed inospitale. Dall`alto della collina su cui è stato costruito il Potala, ex residenza del Dalai Lama, ora mestamente vuoto, richiama in continuazione la storia tragica di questo popolo, così amabile, così dolce, sempre pronto al saluto ed al sorriso e così brutalmente oppresso. Nei giorni a venire visitiamo i più famosi monasteri dell`ordine Gelugpa: Sera, Drepung e Ganden, una volta ferventi di attività, dopo in continuo e progressivo declino, anche perchè presi di mira dalle Guardie Rosse durante la Rivoluzione Culturale del 1959 e parzialmente distrutti, ricchi di opere d`arte, di affreschi e di altri capolavori. Ultimamente però sembra che si stia procedendo ad una loro lenta ma costante sistemazione ed anche i monaci stanno tornando, dopo tutte le umiliazioni che hanno dovuto subire. Ma anche il tempo scorre veloce e cosi si avvicina la data della partenza da Lha­sa per intraprendere le parti più impegnative ed avventurose del nostro viaggio: il periplo del Sacro Monte Kailash (6714 metri) e del Sacro Lago Manasarovar (4550 metri) dalle acque di uno splendido colore turchese nel quale i pellegrini induisti si immergono e si purificano, perfino rompendo la crosta di ghiaccio che si trova in superficie... mentre i pellegrini buddisti tralasciano completamente questi riti. Da ultimo l`arrivo al campo base dell`Everest (5200 metri). Per arrivare al monte Kailash attraversiamo in fuoristrada quasi tutto il Tibet da est ad ovest percorrendo centinaia e centinaia di chilometri su strade sterrate, alla fine ne percorreremo piu di 3000 con visioni di paesaggi stupendi, laghi di un blu cobalto, cime innevate, ghiacciai i cui lembi arrivano sulla strada fin quasi a toccarla, grandi greggi di capre, pecore, yak che pascolano tranquilli degnando pigramente di uno sguardo il nostro passaggio. Finalmente arriviamo a Darchen, l`ultimo villaggio sulla via del Kai­lash. Lì lasciamo i fuoristrada e proseguiamo a piedi. II Kailash, montagna sacra per induisti, buddisti, gainisti ed adepti di religione bon, è la montagna mai salita da essere umano, ma che percorrendone il periplo si cancellano i peccati commessi durante la vita. Gli adepti di queste quattro religioni eseguono il Kora, così si chiama il periplo lungo 55km con continue prostazioni di tutto il corpo lungo il cammino per renderlo ancora più pesante e quindi ricco di meriti. Noi lo percorreremo in tre giorni in piena autosufficienza ed autonomia, mentre gruppi di pellegrini impiegano un mese ed anche più, superando delle verdi vallate che si incontrano lungo il percorso all`impervio passo di Drom-La, perennemente innevato il punto più alto del periplo, alla rispettabile quota di 5640 metri. Sulla cima del passo troviamo una miriade di bandiere di preghiera che garriscono alvento, pellegrini inginocchiati che ringraziano gli dei e che recitano ad alta voce mantra di lode e di ringraziamento. Vero spettacolo toccante, semplicemente unico e meraviglioso. Riscendiamo e riprendiamo la via del ritorno, cioè da dove eravamo arrivati; cominciamo a sentire la stanchezza ma un`altra meta agognata ci attende, 1`arrivo al campo ba­se dell`Everest (5200 metri) e la possibility di salire al suo campo intermedio (6340 metri). Arriviamo al monastero di Rongphu da cui si gode già di una superba vista della parete nord del­la montagna, è un piccolo monastero che gode del­la fama di essere il più alto del mondo (5000 me­tri). Piantiamo le tende al campo base e cominciamo a fare i piani per l`eventuale salita. Stabiliamo che ognuno giustamente si dovrà sentire libero di decidere secondo le proprie forze e capacità. Purtroppo proprio in quei giorni, giorni ai quali tenevo in modo particolare, mi sono preso una noiosa bronchite che mi ha procurato una tosse fastidiosa ed una notevole difficoltà di respirazione. La conseguenza purtroppo è stata che ho dovuto rivedere il mio programma e non ho potuto ar­rivare come mi ero prefissato al campo interme­dio, ma sono arrivato solo un po` prima. A malincuore mi sono fermato a quota 5800 metri ma ad ogni modo sono stato lo stesso appagato dalla vista di panorami superbi, di vette, di ghiac­ciai scintillanti, di sentieri mozzafiato, di carovane di yak, che cariche salivano a rifornire i campi superiori adibiti e preparati per le spedizioni che tentavano di arrivare alla vetta dell`Everest, la più alta della terra (8848 metri). Un ultimo giorno di riposo al campo base per riordinare un po` i nostri disastrati materiali e provviste e quindi mestamente intraprendiamo la via del ritomo. Un ultimo sguardo alla cima dell`Everest adornata quasi perennemente dal suo pennacchio di nubi bianche e giù a capofitto verso il confine con il Nepal. Questa volta arriviamo via terra attraver­so l`unico valico stradale esistente in tutto l`Himalaya. Una discesa ripidissima attraverso ghiac­ciai fino a toccare il verde delle vallate Nepalesi. I freni delle nostre Toyota iniziano a stridere e lamentarsi ma fortunatamente si dimostrerarmo an­cora una volta molto efficienti. L`ultimo valico tibetano che faremo sara il Mayun-La (5150 metri) ed in qualche decina di chilometri il valico nepalese di Kodari (1300 metri)!!! Severissimi ed asfissianti controlli alla dogana cinese, ma finalmente siamo liberi ed in altre 5 ore di cammino, costeggiando freschi torrenti e verdi vallate rientriamo a Katmandu. In albergo una doccia (credo di aver svuotato d`acqua me­ta Nepal...), riordinate idee e materiali ed un pulmino ci porta all`aeroporto, dove mestamente iniziamo il tranquillo e lungo viaggio di ritorno. Cosa mi porto dentro da questo altro viaggio avventura? Tutto quello che mi ero proposto in partenza, e non è poco, ovvero l`amabilità e l`affabilita della gente tibetana, il misticismo che sa emanare e che ti penetra dentro come una seconda pelle e che credo non ti lasci più... Un`ultima cosa alla quale tengo in modo particolare è che in futuro qualche altro lupatotino, nell`affrontare il mio prossimo viaggio avventura chissà quando, come e dove (forse nell`India del sud...) senta magari lo stimolo, l`entusiasmo e la curiosità di affiancarsi e di condividere tutte queste emozioni.

Gianni Pompole

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/9

Ululati a norma

Sapete come siamo noi lupi. Ci piace qualche volta stare in branco e ululare di sera in compagnia. Comprendiamo che questo pu dare fastidio ad altri animali, abituati al silenzio delle loro tane a schiera, ma qualche volta anche noi dobbiamo essere accontentati. Cos abbiamo chiesto il permesso alla civetta-vigile che ha il compito di tenere sotto controllo il bosco-villaggio quando c? buio. E la civetta-vigile ci ha risposto che occorre il patrocinio delle autorit. Quando abbiamo chiesto cos? questo patrocinio, ci ha risposto che una speciale benedizione che viene elargita ai meritevoli e quindi per averla bisogna essere in regola con tutto. E per essere in regola bisogna prima leccare, cio pulire, ben bene, poi compilare un pacco di moduli contenenti, fra l?altro, un disegno dettagliato del posto dove si vuole ululare, con la descrizione degli alberi che devono essere tutti a norma, cio non devono avere rami secchi, ghiande non commestibili o ttani pendenti. Bisogna poi recintare i cespugli adibiti ai servizi, facendo molta attenzione al tappeto erboso che deve essere assolutamente sgombro da ortiche, spunciti e rose selvatiche. Dopo aver fatto tutto questo, si pu ululare. Ma, attenzione: gli ululati non devono superare i decibel stabiliti per cui se uno, ad esempio, prende un pestone e si mette a cainare, deve farlo entro i limiti e finire tutto entro le ore 23, quando inizia il coprifuoco del bosco-villaggio. A quell?ora, infatti, i residenti delle tane a schiera guardano ?buco a buco?, programma televisivo che concilia il sonno raccontando favole.A questo punto, un gruppo bene organizzato di lupi ribelli si incavolato ed ha mandato al diavolo tutti quanti andandosene alla ricerca di altri spazi in boschi pi tolleranti. Quelli rimasti si sono invece adattati e, in attesa di ricevere la benedizione patrocinante, hanno incominciato a leccare.Augh! Lupo Bianco

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/7

Un Centro sportivo adeguato alle esigenze di San Giovanni

Egregio direttore, leggo sull?ultimo numero de ? Il nuovo Lupo? una lettera dell?assessore allo sport, Barbara Sandrini, in cui si afferma che, relativamente all?ampliamento del Centro Sportivo di viale Olimpia, ? non pu bastare solo la buona volont di tutta l?Amministrazione comunale, ma occorre anche quella dell?attuale gestore, Sport Management, che non mancher di concretizzarsi?.A questo riguardo colgo l?occasione per ricordare, innanzitutto ai lupatotini, che del miglioramento dell?attuale struttura ne avevamo gi parlato ancora con la precedente Giunta, mentre a quella attuale abbiamo presentato, esattamente nel dicembre 2002, ben tre progetti che prevedevano varie ipotesi di intervento per migliorare l?attuale ricettivit e valorizzare ulteriormente una struttura che deve essere in linea con le esigenze del terzo Comune della provincia.Tali ipotesi prevedevano, in particolare, l?ampliamento del parcheggio e della zona fitness, la costruzione di una nuova piscina esterna, la costruzione di una nuova palestra per soddisfare le sempre pi crescenti esigenze degli sportivi locali, l?ampliamento del solarium esterno che d?estate molto frequentato soprattutto dalle famiglie. A quest?ultimo riguardo debbo evidenziare che la mancata approvazione del Piruea Perlini, ovvero la grande zona verde che confina proprio con il nostro Centro sportivo, non ha certo facilitato un progetto che prevedeva, per l?appunto, la messa a disposizione della comunit di un?area decisamente pi ampia dell?attuale. Cos come ha reso problematica la contemporanea realizzazione di tutti gli interventi cui accennavo prima, se non utilizzando anche l?area occupata dall?attuale baita degli alpini e dall?ex Baita mai completata, il cui bando di project financing andato peraltro deserto.Dopo quasi tre anni di trattative, grazie soprattutto all?impegno del sindaco Remo Taioli e del Direttore Generale Gerardina Martino stiamo definendo un accordo che va a soddisfare le esigenze della Sport Management, societ che ha in gestione fino al 2012 un impianto che ricordo essere di propriet comunale, con quelle della collettivit. Poich gli utenti, e quindi i primi destinatari delle migliorie di cui stiamo parlando da ormai quattro anni, sono innanzitutto i lupatotini. Prof. Sergio TosiSport Management

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/7

Diamo a Cesare quel che e' di Cesare

Gentile Direttore, in merito all?articolo apparso su ?Il Lupo? dello scorso mese di maggio a firma del sig. Bruno Murari a titolo ?Entro luglio la societ sul gas ? Il Direttore Generale Gerardina Martino alle prese con l?ampliamento del centro sportivo e con il Bilancio di previsione 2005?, ritengo opportuno chiarire e precisare che quanto riportato nell?articolo si riferisce a progetti ed impegni che sono propri di questa Amministrazione Comunale e che fanno parte del programma del Sindaco, dott. Remo Taioli.Ricordo, in particolare, per quanto di mio interesse e competenza, che la sistemazione e l?ampliamento del centro sportivo di Viale Olimpia un progetto al quale questa Amministrazione Comunale lavora da almeno due anni, nell?intento di migliorare e potenziare la struttura esistente e di recuperare nella piena disponibilit per le societ sportive di San Giovanni Lupatoto il Palazzetto dello Sport. Gli ultimi due anni non sono passati invano ed hanno anzi prodotto progetti e proposte concrete all?attuale gestore. Questo impegno non ha ancora trovato riscontro, ma costituisce il necessario bagaglio di idee che ancora oggi sono in discussione. Ovviamente non pu bastare solo la buona volont di tutta l?Amministrazione Comunale, ma occorre anche quella dell?attuale gestore, Sport Management, che certamente non mancher di concretizzarsi.Per quanto riguarda il bilancio di previsione dell?anno 2005, come del resto i precedenti bilanci di questa Amministrazione Comunale, e mi riferisco a quelli degli anni 2003 e 2004, diamo a Cesare quel che di Cesare. Voglio infatti precisare che detti bilanci sono stati il frutto e l?elaborazione di una Amministrazione Comunale, della sua maggioranza di governo e del Dirigente del Settore Economico Finanziario nonch Segretario Comunale, dott. Alberto Bignone, il quale, con la collaborazione degli uffici comunali, ha operato per trovare gli equilibri di bilancio secondo gli indirizzi dell?Amministrazione Comunale.Con il bilancio di previsione per l?anno 2005 si sono conseguiti obiettivi importanti che questa Amministrazione Comunale si era posta, quali quello di non aumentare l?Ici (le aliquote sono infatti rimaste invariate rispetto agli anni precedenti);
di contenere nel minimo gli aumenti delle tariffe comunali (prevedendo per esse un adeguamento Istat nella misura del 2,2%);
garantire il livello dei servizi erogati dal Comune ai cittadini; e non ultimo, rispettare il patto di stabilit interno.Detti obiettivi si sono tutti ottenuti in quanto vi era la volont di tutta l?Amministrazione Comunale, nel suo insieme. Barbara Sandrini Assessore allo Sport e al Bilancio Comune di San Giovanni Lupatoto

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/6

Storie Lupatotine

Aveva 11anni quando vide per la prima volta il viale delle magnolie. Le scuole erano appena finite e doveva cominciare a lavorare in ?stabilimento?. Era questo il nome con cui in paese era conosciuto il cotonificio ?Festi & Rasini?.Doveva iniziare il turno alle cinque del mattino. Gli occhi non volevano saperne di stare aperti e camminava come un automa. Arrivata all?inizio del viale, rimase incantata da quella meraviglia. Un concerto d?uccelli l?accolse e si ferm in mezzo al viale guardando in alto, fra gli alberi. La torre del Lolo, in fondo, si ergeva maestosa sopra i capannoni e sorvegliava tutto severa e imponente. Incuteva rispetto e timore, come un?autorit che controlla ma anche protegge. ?Descntete butelta, che gh? da nar a timbrar el carteln. A farte ciapr usi ghe pensn noantri!?Non capiva le parole di quell?uomo grande e grosso che le aveva messo una mano sulla spalla. Scapp di corsa verso un gruppo di donne che stavano per entrare in fabbrica. Erano appena scese dalla carretta che veniva da Raldon e ridevano.?Vegni qua che te spiego?, le disse un?anziana, ma quel giorno non cap niente. Non ci mise molto, nei giorni successivi, a capire che quello che si annunciava come un paradiso, in realt era un luogo pieno di insidie. Oltre a lavorare dieci ore al giorno, bisognava difendersi dalle manacce dei capi e di qualche compagno di lavoro. Ma bisognava lavorare perch a casa c?era bisogno. Sempre sotto, ai Rini, agli Aspi e alle Rocche in mezzo al caldo e al fracasso, per poche lire. Le pulizie e le ore straordinarie non venivano pagate e i capi non erano mai contenti.In poco tempo era gi grande, una donna, anche se aveva ancora tanta voglia di giocare. Ma il suo tempo del gioco era finito presto.Oggi i capannoni non ci sono pi perch la fabbrica si trasferita e non c? pi neanche la torre. E? stata abbattuta da speculatori mai sazi, nell?inerzia di politicanti parolai e codardi.E? rimasta soltanto una parte del viale delle magnolie e del parco. Sembra quasi un miracolo.Gli uccelli cantano come allora, ma oggi hanno altre storie da raccontare.Augh! Lupo Bianco

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/6

Uno strano caso letterario

Un mio amico, che lavora alla Mondadori mi ha detto: ?Hai letto questo libro? Pensa il libro pi venduto dalla Mondadori?, era Il codice Da Vinci. un romanzo d?avventura indubbiamente ben costruito, che mette il lettore di fronte a continui colpi di scena.Mi piace leggere vicende di questo tipo, purch non siano troppo violente e devo dire che, fin dalle prime pagine, la vicenda veramente avvincente, fino al colpo di scena finale.Come mai per un testo del genere ha suscitato cos tante discussioni? Evidentemente ci sono due elementi sui quali opportuno riflettere:1. la presunzione di verit storica portata avanti dall?autore, che alla pag. 9 dell?introduzione, intitolata ?Informazioni storiche? scrive: ?Tutte le descrizioni di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realt e si fondano in particolare sul fatto che nel 1975, presso la biblioteca nazionale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene note come Les dossiers Secrets, con la storia del Priorato di Sion?. Ora ho letto molti romanzi d?avventura a sfondo storico ed in genere, pur trattandosi di romanzi e non di libri di storia, per le ricostruzioni l?autore si serve di specialisti che lo aiutano e le notizie storiche sono piuttosto accurate, come pure le rivisitazioni di epoche pi o meno lontane da noi. Nel Codice Da Vinci le imprecisioni sono molteplici, cito ad esempio l?attribuzione ai re Merovingi, una dinastia vissuta 1.400 anni or sono, la fondazione di Parigi, quando, come ben noto, Parigi, come moltissime delle grandi citt e capitali europee da Vienna a Londra, da Milano a Torino, da Madrid a Parigi, per l?appunto, stata costruita in epoca romana. Ed anche le cosiddette pergamene, che tali non sono, perch si tratta di libri, sono dei testi dei primi anni del secolo scorso, rielaborati ed ulteriormente falsificati, negli anni sessanta e ottanta, come affermano gli stessi autori di quegli scritti. 2. L?attacco violento dell?autore alla Chiesa ed in particolare all?Opus Dei, presentata come una setta di assassini e falsificatori. Dan Brown si inserisce in un lungo filone di persone che portano avanti l?antica l?equazione ?chiesa = oscurantismo / fede = anti scienza?. Non bisogna negare che troppe volte degli uomini di Chiesa hanno attaccato in modo sbagliato uomini di scienza, vedi il famoso caso di Galileo Galilei, che pur sempre rimasto un cristiano convinto. Non bisogna per nemmeno scordare l?enorme contributo della Chiesa al mondo dell?arte e della cultura. Basti pensare come tutte le grandi opere degli autori greci e latini dell?antichit, da Omero a Virgilio, da Platone ad Aristotele, per citarne solo pochissimi ci sono giunte attraverso le copie che gli scrittori medievali facevano nelle biblioteche dei monasteri e delle cattedrali. Alla Chiesa inoltre si deve la nascita delle universit, avvenuta proprio in epoca medievale, da Oxford a Bologna, da Padova a Parigi. Pensiamo, per un momento, se la Chiesa non fosse esistita? niente Divina Commedia? niente Cappella Sistina? Io spero che alle spalle di questo, come di tanti altri scritti non vi sia un disegno preciso, volto proprio a colpire l?unica istituzione rimasta in questo mondo a parlare in modo autorevole in favore dei principi eterni della vita, della solidariet e della verit. In un tempo in cui tutto ?relativo?, anche il valore della persona umana, in un?epoca in cui chi detiene il ?potere economico? vuole avere mano libera per i propri ?affari? (proviamo a rileggerci ad esempio la questione degli OGM e, se vogliamo, anche quella del prossimo referendum e vediamo se sotto le parole ?scienza e ricerca? non ci siano invece degli enormi interessi economici, per salvaguardare i quali ogni verit viene taciuta o addirittura sconvolta), evidentemente l?ultima istituzione che parla in difesa della verit e del valore della persona umana risulta scomoda ed allora ogni ?arma? buona per screditarla. Ges Cristo, trascinato in processo davanti al governatore romano Ponzio Pilato ha un?accesa discussione proprio su questi temi: ?? io sono nato e sono venuto al mondo per rendere testimonianza alla verit. Chiunque dalla parte della verit ascolta la mia voce. Gli dice Pilato: cos? la verit??. Ma poi il ?potere? prevale e ??allora lo consegn perch fosse crocifisso?. don Osvaldo

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/6

Vivere salendo - Incontro con Alberto Marvelli

Anche quest?anno l?Assessorato alla Cultura del Comune di San Giovanni Lupatoto si dimostrato molto attento alle iniziative promosse dall?Associazione Rivela che hanno lo scopo di valorizzare le feste di paese, le ?sagre?, offrendo proposte di carattere culturale.Grazie al contributo dell?assessorato si reso possibile l?allestimento di due mostre del Meeting per l?Amicizia tra i Popoli di Rimini? Il paradosso di Caravaggio - esposta dal 12 al 17 maggio nella parrocchia di Pozzo? Vivere salendo - Incontro con Alberto Martelli - esposta dal 17 al 21 giugno nella parrocchia di San Giovanni Battista.Alberto Marvelli un giovane laico cresciuto nell?Azione Cattolica negli anni ?30 a Rimini.La sua una vita come quella di tanti altri coetanei: lo studio, le amicizie, lo sport, gli anni della guerra, l?impegno sociale e politico.Eppure c? un ideale che guida e sostiene la sua attivit quotidiana. Su un piccolo block notes Alberto scrive: Servire migliore del farsi servire. Ges serve. E? con questo spirito di servizio che Alberto affronta il suo impegno civico. Il suo impegno si potrebbe sintetizzare in due parole: cultura e carit. D vita ad una universit popolare, apre una mensa per i poveri. La sua attivit a favore di tutti instancabile: tra i fondatori delle ACLI, costituisce una cooperativa di lavoratori edili. La fede in Cristo, alimentata dall?amore all?Eucaristia e dalla preghiera, realizzano nella vita di Alberto Marvelli una pienezza umana divenuta testimonianza per quanti lo hanno incontrato e per chi, oggi, ne conosce l?esperienza.La Chiesa lo ha proclamato beato a Loreto il 5 settembre 2004.La mostra documenta e approfondisce la radicalit, la coerenza storica e l?apertura universale di questo giovane. E? visitabile presso la sala della parrocchia di San Giovanni Battista dal 17 al 21 giugno 2005 .

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/6

Barbone

Una quindicina di anni fa, per conto di un giornale che allora dava spazio anche all?estro e alla fantasia, intervistai un barbone. L?avevo trovato sdraiato in mezzo ai giardini, sotto la torre, dove ancora oggi vado ogni tanto a riposare e ad osservare lo svolgersi della vita. Bene, non ci crederete, ma stamattina ho ritrovato lo stesso personaggio nello stesso identico posto. L?ho riconosciuto subito perch ancora uguale ad allora.?Salve!?Mi guarda con lo stesso sguardo intenso e profondo di quindici anni fa e risponde:?Salve! Ma ancora lei???Davvero si ricorda?? ? chiedo incredulo.?Come faccio a dimenticare uno che viene ad intervistare un barbone! Per cambiato un bel po?, con quei capelli bianchi. Lo sguardo invece sempre quello, un po? triste. Comunque leggo sempre quello che scrive. Perch si firma con il nome di un pellerossa???Per omaggio ad una cultura che amo molto, vicina al Grande Spirito. Ma, se legge i nostri giornali, vuol dire che viene qui spesso. Come mai non l?ho pi rivista???Perch non guardava. Del resto, neanch?io l?ho pi vista, probabilmente per lo stesso motivo?.E? passato molto tempo e provo la stessa sensazione di allora. M?interessa ascoltarlo e gli chiedo:?Trova cambiato anche il paese???Niente affatto. Sempre colmo d?invidia verso le ricchezze degli altri e sempre pronto a qualsiasi cosa pur d?intascare soldi. Insomma, sono sempre i soldi lo scopo della vita di questo paese?.?I suoi giudizi sono sempre severi?.?Perch non si chiede se sono veri prima di dire che sono se-veri? Adesso che anche lei diventato vecchio e quindi dovrebbe aver superato l?et delle illusioni e della fiducia nelle persone, meglio che si rassegni, oppure venga con me a fare il barbone?.?E? piuttosto scomodo ed io sono molto pigro, per confesso che ci ho pensato, qualche volta?.?Dicono che fa tendenza, ma non ci creda perch quando si dice che una cosa fa tendenza, in realt si dice che quella cosa tende alla non-cultura, cio alla banalit. E a forza di tenderci, si finisce col farne parte?.?Anche stavolta i suoi ragionamenti mi spiazzano? ? confesso.?Perch non un vero giornalista.? ? ribatte pronto ? ?Se lo fosse, racconterebbe le cose in altro modo?.?E? vero. Per le ricordo che neanche lei un vero barbone, altrimenti non farebbe questi discorsi?.?Giusto. Sono sempre un?invenzione. Mi fa quel saluto indiano???Augh!? Lupo Bianco

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/5

Quanti doni abbiamo ricevuto da Papa Giovanni Paolo II

Ero prete da 15 mesi e mi trovavo a Caprino, proprio nell?anno dei tre papi. Il 16 ottobre avevo assistito con il parroco alla fumata bianca, che annunciava l?elezione del nuovo Papa, ma io dovevo celebrare Messa e non era ancora stato annunciato il suo nome. Cominciai la celebrazione, arrivato al ?Santo? il parroco giunse trafelato in chiesa e mi disse: ?hanno annunciato il nuovo papa, un polacco e prende il nome di Giovanni Paolo II?. Cos al momento in cui, durante la Messa, si ricorda il Papa, ho pregato per la prima volta per Giovanni Paolo II. In questi giorni avete visto meravigliose e commoventi immagini, avete sentito tantissime riflessioni sul Papa, sia nei giorni precedenti la sua morte, sia in quelli immediatamente seguenti. Con queste righe porto il mio personale contributo. Nella vita ognuno cerca dei punti di riferimento e per me Karol Wojtyla stato un grande maestro. Il quattro marzo del 1979 veniva pubblicata l?enciclica ?REDEMPTOR HOMINIS?, come ogni prete giovane ero affamato di idee e quando leggevo parole come quelle seguenti, rimanevo veramente folgorato: ?L`uomo non pu vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita priva di senso, se non gli viene rivelato l`amore, se non s`incontra con l`amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente. E perci appunto Cristo Redentore, facendosi uomo per amore, rivela pienamente l`uomo all`uomo stesso. In Cristo l?uomo ritrova la grandezza, la dignit e il valore propri della sua umanit. Nel mistero della Redenzione l`uomo diviene nuovamente espresso e, in qualche modo, nuovamente creato?. Questo stato il primo grande insegnamento che ho ricevuto dal Papa: ogni persona vive in pienezza la propria umanit solo se amata; e chi, pi di Cristo, ama, fino a donare la vita. Ho anche avuto la gioia di partecipare a vari incontri con lui, dalla sua venuta a Verona, alla giornata per i giovani del 1997 a Parigi e ad alcune altre udienze, ma le tre volte nella quali ho avuto la possibilit di parlare con lui personalmente, ho ricevuto dei formidabili insegnamenti. Nella primavera del 1984 ho accompagnato ad un incontro con il Papa un gruppo di ragazzi del seminario. Siamo andati all?udienza del mercoled, che si teneva in San Pietro. Il Papa ha fatto il discorso proprio per noi e l ho compreso pi compiutamente che non esiste dono pi prezioso della vita, la quale acquista il suo pieno significato quando viene donata agli altri. Alla fine, foto di rito e, come ricordo, una corona del rosario. Il secondo incontro l?ho avuto all?inizio di luglio del 1991, quando, con un gruppo di seminaristi di seconda superiore, siamo andati a Roma in bicicletta. L?incontro con lui stato una sorpresa inaspettata e straordinariamente gradita. Era sabato sera, avevamo partecipato alla recita del rosario in Vaticano, nel cortile San Damaso e ci aspettavamo che alla fine della preghiera il Papa ci salutasse, come faceva solitamente con i vari gruppi. Io avevo cercato di ottenere un incontro speciale, ma non avevo nessuna certezza, invece, al termine della preghiera, un personaggio venuto a chiamarci e ad accompagnarci in una stanza. Sentivamo il Papa salutare la gente, ad un certo punto la porta si aperta e Giovanni Paolo II, sorridendo, ci venuto incontro. Si informato su di noi e, sentito che eravamo arrivati da Verona in bici, ha cominciato a scherzare dicendo: ?da Verona, con questo caldo?. Con noi c?era anche una suora, zia di uno dei ragazzi, ed il Papa ridendo: ?anche la suora, in bicicletta?. rimasto con noi per venti minuti, io gli ho spiegato l?obiettivo del nostro viaggio, ha ascoltato con attenzione e poi ci ha benedetto. Foto rituale e seconda corona del rosario. In questo secondo incontro ho imparato che, anche quando i problemi sono tanti, - impossibile immaginare quanti ne arrivino al cuore e alla mente di un Papa ? la vita va presa con un sorriso. Un paio di anni dopo, durante le vacanze di Natale, sono stato a Roma con un gruppo di educatori del seminario, in quella occasione ho celebrato la Messa con il Santo Padre, seduto alla sua sinistra. L?ho visto in raccoglimento prima della celebrazione, ho vissuto con lui il mistero di Ges vivo e presente in un piccolo pezzo di pane e in un sorso di vino, l?ho sentito pregare in polacco, nel tempo di raccoglimento dopo la Comunione ed ho scoperto che, proprio nel contatto vivo con Cristo, trovava la sorgente del suo impegno per annunciare il valore di ogni persona. In quella mattina d?inverno ho ben compreso che era la preghiera la forza suo impegno a favore della vita e della pace. Capii allora da dove derivasse l?energia che lo sosteneva nei vari viaggi, nelle migliaia di incontri e dove trovava la straordinaria capacit di incontrare con un sorriso chiunque, fossero cinque persone o una folla di cinque milioni, come era accaduto a Manila per la giornata mondiale dei giovani. Durante l?adorazione di ieri sera ho letto il suo testamento, tutto un canto alla fede in Dio, all?amore che non ha confini, alla speranza che mai delude. Un umile ma sentito grazie ad un grande Papa, ad un grande padre, ad uno straordinario maestro. Grazie Giovanni Paolo. don Osvaldo

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/5

Confronti

Quando Lupatoto era molto pi povero ed aveva circa la met degli abitanti di adesso, c?erano tre cinema che alla domenica erano sempre pieni, c?era una sala da ballo anche quella molto frequentata e c?era un originalissimo bar-latteria sempre colmo di giovani di entrambi i sessi .Naturalmente c?erano anche molti altri bar, che allora venivano chiamati osterie, ma questi erano frequentati soltanto da uomini. Questo per dire che, nonostante i pochi soldi a disposizione, una parte di questi veniva comunque destinata al tempo libero.Oggi le cose sono ovviamente molto cambiate. C? a disposizione un po? di tutto ed i soldi destinati allo svago sono molti di pi. Eppure sembra esserci qualcosa che non va, qualcosa che manca perch non ha seguito con lo stesso passo l?evoluzione dei tempi.Da quanto si legge in giro, ci si lamenta per la mancanza di palestre, per la mancanza di sale per le attivit socio-culturali ed anche per la mancanza di aule scolastiche. Quindi vuol dire che le classi dirigenti di questo paese non hanno saputo tenere il passo con i cambiamenti della societ oppure che hanno semplicemente scelto di infischiarsene, avendo sempre come obiettivo principale la costruzione di tante belle case e casette da vendere.Questo per il passato. E adesso? Adesso pure.Augh!

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/4

Gli inutili gesti d?amore

Mentre scrivo stanno scorrendo rapidamente i giorni della settimana santa, che segnano il periodo pi importante dell?anno per i credenti in Cristo. Quando voi leggerete queste righe saremo gi in un momento diverso, ma vorrei riflettere brevemente con voi sugli inutili gesti d?amore, a partire da quello di Cristo, che dona gratuitamente la sua vita per l?umanit, del tutto incompreso perfino dai suoi discepoli, ma, bisogna ben dire, solo parzialmente capito in seguito, se la realt quella che ogni giorno si presenta ai nostri occhi. Quanti inutili gesti d?amore si compiono quotidianamente, penso a quelli di chi si ostina ad accarezzare il volto di una persona in coma, di chi abbellisce il balcone di casa con i fiori mentre l?aria gradualmente ci avvelena, dei genitori che attendono con trepidazione il figlio che lontano a divertirsi, di chi si prende cura di ragazzi e giovani ?irrecuperabili?? Penso ai genitori di Terri Schiavo la cui morte stata decretata dai giudici, i quali hanno deciso di lasciarla morire di fame e di sete, condannandola ad una lenta agonia. Da un punto di vista tecnico non si tratta nemmeno di eutanasia. qualcosa di peggio. Terri in grado di respirare autonomamente e, nel passato, non aveva mai manifestato la volont di accettare la "dolce morte". Quando leggerete non so come sar finita questa triste vicenda, ora, sono le 23,30 del 23 marzo, dentro una camera di una clinica Terri respira autonomamente, come fa da quando nata, ma le stato staccato il tubo che da quindici anni le ha portato solo acqua e cibo - ci che non si nega a nessun malato. Se Terri Schiavo, in stato neurovegetativo da 15 anni, quindi priva di coscienza, e tuttavia con funzioni vitali autonome, pu essere lasciata morire sospendendole acqua e cibo vuol dire che siamo arrivati alla soppressione legale dell`inutile. Se quando leggerete queste righe Terri Schiavo sar gi morta, vorr dire che sar stata aperta la porta alla soppressione degli inutili. Non facciamo finta di niente, parliamoci chiaro, quante persone inutili si trovano negli istituti per handicappati, quante negli ospedali ricoverate con lesioni gravi o nelle case di riposo perse nella demenza senile causata dall?Alzhaimer? In questa notte io prego affinch ci siano sempre persone capaci di inutili gesti d?amore, perch ogni volta che una di loro si ritirer, il nostro mondo si ritrover con il respiro sempre pi affannato e ancora una volta sar stata resa inutile la croce di Cristo.

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/4

Raccontino

Non ho mai capito perch la gente in fila dietro di me sia cos interessata a quello che faccio. Per pagare la bolletta devo prima trovare il portafoglio e poi tirar fuori i soldi. Se manca della moneta devo cercarla nel portamonete di pelle che di solito tengo in un?altra tasca. Mi ci vogliono anche gli occhiali perch le monete sono piccole e non riesco a distinguerle. La signora che fino a poc?anzi spingeva delicatamente, adesso finge di parlare al telefonino:?Non credo di fare in tempo. Qui non si muovono!?So bene che sta parlando di me, ma non posso intervenire perch lei sembra parlare con qualcun altro. Allora non dico niente ma ci metto ancora pi tempo a trovare le monetine e a firmare il modulo perch la penna non scrive e devo cercarne un?altra.?Ecco, prenda questa?. Anche l?impiegata allo sportello collabora perch la biro che mi allunga si rompe passando sotto il vetro. La firma con la penna rotta un?impresa ma alla fine ci riesco?Ecco, signora, la sua pazienza ha vinto?. Quando voglio sono ironico. La risposta un grugnito.Fuori c? il sole e le panchine della piazza sono tutte occupate dagli anziani che hanno finito la fila prima di me. Vengo risucchiato mio malgrado da una conversazione surreale riguardante i Piruea.?Piruea o no, tanto, alla nostra et dobbiamo rassegnarci alla dentiera!??Macch dentiera! Qui si tratta di infezioni intestinali che fanno gli effetti che fanno!?Decine di pagine di ordinati giornalini annegano nei fermenti lattici.Augh!

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Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/3

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